Denti del giudizio: quali sono e a cosa servono?

Erompono nell’arcata dentale molto tardi rispetto agli altri denti e proprio questo aspetto determina il loro nome: denti del giudizio.

Sempre un po’ temuti, per paura del dolore o delle estrazioni, in realtà questi denti possono rivelarsi molto più preziosi di quanto sembri.

Scopriamo insieme di più su di loro, sulla loro funzione e sulle difficoltà che possono creare.

Quali sono i denti del giudizio?

Si parla di denti del giudizio per indicare i terzi molari, sia superiori sia inferiori, detti anche ottavi. In presenza dei denti del giudizio, la dentizione risulta completa e conta 32 denti.

Questi denti sono chiamati “del giudizio” perché spuntano tra i 17 e i 25 anni.

In condizioni normali, ovvero con spazi di architettura dentale, scheletrica e facciale regolare, il dente del giudizio è disposto in una posizione perfettamente naturale all’interno della bocca. 

Di norma, tutti noi siamo portatori di denti del giudizio, anche se in molti casi non hanno spazio sufficiente per erompere in modo corretto. 

Tuttavia, alcune persone possono non sviluppare affatto il germe del dente del giudizio, cioè non iniziano nemmeno la fase di formazione del dente.

Perché esistono i denti del giudizio?

Abbiamo appena visto che, di solito, le persone presentano gli ottavi, cioè i denti del giudizio. In alternativa, però, possono verificarsi due situazioni:

  • assenza degli ottavi
  • presenza degli ottavi e dei noni.

In termini antropologici, la presenza di questi denti è legata alla necessità dei nostri antenati di avere una masticazione più efficace, resa possibile da un maggior numero di denti.

Da questo punto di vista, possiamo dire che i pazienti che non presentano gli ottavi sono  geneticamente “più moderni” rispetto a quelli che li presentano e i noni rappresentano invece un retaggio più arcaico, legato a un tipo di dentatura più simile a quella degli uomini preistorici. 

Questo accade perché l’evoluzione ci ha portati da un’epoca in cui i denti erano fondamentali per triturare e masticare cibi duri, fibrosi e non cotti, a oggi, dove l’alimentazione è più elaborata e la masticazione ha un ruolo meno centrale.

Come si sviluppano i denti del giudizio?

Per seguire il processo di crescita e valutare le condizioni dei denti del giudizio, è possibile utilizzare una radiografia panoramica

Tutto comincia con il germe, una struttura embrionale iniziale del dente. Intorno ai 13, 14 anni possiamo trovarci proprio in questa fase con un accenno di corona dentale ma senza radice.

In alcuni casi, per motivi ortodontici, ovvero quando è necessario l’utilizzo dell’apparecchio per muovere i denti e correggere le malocclusioni, si può programmare l’estrazione del germe. Se l’estrazione non è necessaria, il dente continuerà a svilupparsi. 

In condizioni normali di spazio adeguato, la corona che è già abbozzata continua lentamente a crescere. Con il passare del tempo, anche la radice diventa sempre più pronunciata. Questo processo continua fino a quando il dente non è completamente posizionato nell’arcata dentale.

A questo punto i denti del giudizio possono essere mantenuti senza problemi. 

Quando i denti del giudizio possono portare problemi? 

Nel processo di crescita del dente del giudizio possono verificarsi difficoltà sia nella fase di taglio della gengiva sia nella comparsa completa nell’arcata dentale.

Quando un dente non riesce a erompere e si blocca a metà strada, può trovarsi in una posizione irregolare oppure, per mancanza di spazio, scontrarsi con il settimo dente (secondo molare). A seconda dell’inclinazione, il dente può restare parzialmente o totalmente incluso.

Esistono principalmente due casi:

  1. inclusione parziale: il dente non riesce a erompere e rimane bloccato nella gengiva, in parte fuori dall’osso
  2. inclusione completa: il dente rimane totalmente incluso, con la corona coperta dalla gengiva e dall’osso. 

Nel primo caso si crea una situazione abbastanza complessa (che spesso richiede l’estrazione): la corona del dente è fuori dall’osso, ma resta in parte sotto la gengiva. 

La conseguenza è la formazione di una “sacca” tra gengiva e dente, difficile da pulire correttamente per la sua posizione.

La zona tende a infiammarsi: a volte resta silente per anni, altre volte evolve in una gengivite ricorrente o pericoronarite, fino ad arrivare a un ascesso.

Quali problemi portano i denti del giudizio?

  1. Infezione della “sacca” gengivale o pericoronarite

 La gengiva che circonda il dente può infiammarsi ciclicamente, causando dolore al paziente. In questa fase, il dentista può decidere di monitorare andando a pulire la zona, senza ricorrere all’estrazione del dente.

  1. Danni al secondo molare

Il dente del giudizio in posizione non corretta può avere delle conseguenze sul dente davanti (il secondo molare). In quella posizione scorretta è facile che si incastri il cibo, favorendo così l’accumulo di placca e conseguentemente la formazione di carie.

  1. Problemi parodontali

L’accumulo di batteri può inoltre provocare un danno parodontale al secondo molare, portando progressivamente al riassorbimento dell’osso.

 

Come accade sempre in odontoiatria e in medicina, la diagnosi, soprattutto se precoce, è fondamentale per ridurre i rischi di complicanze dannose e complesse ed aiutare così il paziente ad affrontare minori disagi legati ai trattamenti.