La maggior parte delle carie si sviluppano sempre tra dente e dente, nelle zone dove non passiamo il filo o dove non riusciamo a pulire correttamente.
Come conseguenza, si crea una lesione cariosa. Ma come possiamo trattarla per ripristinare la funzionalità del dente e la salute della bocca?
Vediamo come eliminare una carie realizzando un’otturazione.
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Come si fa una otturazione dentale?
Prima di tutto è bene specificare che per otturazione si intende una procedura odontoiatrica che ha come obiettivo proprio quello di eliminare eventuali carie e ripristinare la forma e la salute del dente.
Fondamentalmente si tratta di una serie di passaggi che vanno dall’anestesia alla diga, fino alla levigatura e al controllo dell’occlusione.
Per conoscere meglio i passaggi necessari per realizzare un’otturazione, immaginiamo di avere la classica infiltrazione cariosa al di sotto di vecchie otturazioni.
Come in tutti i casi di carie, si procede seguendo 6 passaggi.
1. Anestesia
Il primo passaggio fondamentale è sicuramente l’anestesia.
Nel nostro studio viene eseguita l’applicazione di una preanestesia in maniera da rendere un po’ meno sgradevole l’ago dell’anestesia vera e propria.
2. Diga dentale
Il secondo step fondamentale è la condizione indispensabile per realizzare una otturazione adeguata e corretta: l’utilizzo della diga.
La diga dentale è uno strumento che permette di isolare il dente da trattare dal cavo orale. Consente agli odontoiatri di lavorare in un campo asciutto, libero dai batteri presenti nella saliva, sulle guance e sulla lingua. In pratica aiuta a tenere la zona libera da qualsiasi tipo di umidità.
Tutti i biomateriali usati per fare un’otturazione, infatti, necessitano di un campo asciutto.
Inoltre, non va dimenticato che una diga può isolare anche più denti nello stesso momento, ancorandola con un uncino ai denti interessati.
3. Rimozione della carie
Lo step successivo è andare a rimuovere la carie. Questo intervento crea una cavità, che sarà proprio la zona che andrà a ricevere il materiale da otturazione, ovvero una resina composita.
È necessario scegliere il colore più opportuno della resina, quello più adeguato per mimetizzare l’otturazione all’interno della forma specifica della corona del dente trattato.
4. Creazione dell’otturazione: inserimento della resina
A questo punto vengono affrontati una serie di passaggi che servono a rendere il dente una superficie che può essere adesa al biomateriale scelto.
Nella pratica andiamo a utilizzare un acido, appunto per acidificare la superficie dello smalto e della dentina, in modo che la superficie diventi porosa e possa facilitare l’adesione del composito al dente.
Affrontati altri due step intermedi, si inizia a depositare il composito. Si procede poco a poco, con piccole apportazioni l’una dopo l’altra, non facendo grossi strati che rischierebbero di far contrarre troppo il biomateriale.
Questo materiale è una resina composita fotopolimerizzabile, quindi con la luce passa da uno stato liquido o semiliquido a uno stato solido.
5. Levigatura o rifinitura
Una volta chiusa la cavità, andiamo ad utilizzare una serie di strumenti per levigare e adattare la nuova otturazione al profilo d’emergenza della radice o della corona del dente, a seconda della profondità dell’otturazione.
Tra questi strumenti troviamo:
- il manipolo Eva, che non è rotatorio ma ha un’azione simile a quella di un seghetto
- i dischi
- le frese diamantate con delle grane molto fini che vanno a levigare e lucidare l’otturazione negli aspetti interdentali.
Lavoriamo, quindi, soprattutto nelle zone tra dente e dente, per ricreare il punto di contatto del dente trattato con quelli adiacenti, ovvero la zona di unione che non permette al cibo di interporsi in fase di masticazione.
Sempre parlando di masticazione, dobbiamo tener presente che i biomateriali inseriti all’interno del dente devono avere una forma compatibile con l’occlusione del dente antagonista, ovvero del corrispondente, nell’arcata superiore o inferiore, con cui si mastica.
6. Controllo dell’otturazione
Infine si procede al confronto tra la radiografia iniziale, dove si poteva notare un’ombra nera, cioè la carie, una demineralizzazione, e un’altra in cui apprezzare l’otturazione realizzata in maniera corretta.
Così da verificare come questa nuova otturazione sia esattamente in linea con il profilo di emergenza del dente interessato dalla carie.
Tutta questa procedura richiede almeno un’ora di tempo per poter essere realizzata quando sono presenti carie abbastanza estese. In generale è possibile andare dai 45 minuti fino all’ora e mezza, sempre a seconda dell’estensione del dente, della carie e quindi, di conseguenza, del dente da ricostruire.