I denti interagiscono con numerosi agenti esterni. Tra questi troviamo le bevande e gli alimenti che assumiamo ogni giorno. Quando la temperatura di ciò che mangiamo rende doloroso ogni pasto, il problema può essere la sensibilità dentale.
Ne parliamo insieme all’igienista dentale.
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Cos’è la sensibilità dentale?
Con il termine sensibilità dentale si indica una condizione per la quale una persona accusa un fastidio riconducibile a una sensazione di fitta o di scossa acuta a livello del dente.
L’intensità di questa sensazione è variabile, quindi può essere più lieve o grave, ed è provocata dall’assunzione di alimenti o bevande molto fredde o, nei casi più complessi, anche dal semplice contatto del dente con qualcosa che viene utilizzato nel cavo orale. Un esempio può essere la setola dello spazzolino.
Quali sono le cause della sensibilità dentale?
Le cause principali della sensibilità dentale sono tendenzialmente due:
- l’assottigliamento dello smalto. Lo smalto è lo strato più esterno che va a ricoprire il dente. Sotto lo smalto troviamo la dentina, nella quale si diramano i tubuli dentinali. L’esposizione dei tubuli dentinali, data dall’assottigliamento dello smalto, fa sì che il dente diventi più sensibile,
- la recessione gengivale. Si tratta dell’abbassamento della gengiva che comporta un’esposizione della radice. La radice spesso e volentieri non è del tutto coperta dal cemento radicolare e ciò comporta che la dentina sottostante sia direttamente esposta.
Oltre queste motivazioni, va chiarito che il 10% della popolazione soffre di un’anomalia congenita anatomica del dente. Ovvero lo smalto ricoprente la corona del dente e il cemento ricoprente la radice del dente non sono in continuità tra di loro, ma presentano un gap.
Tramite questo gap vi è l’esposizione diretta dei tubuli dentinali verso il cavo orale e l’ambiente esterno.
Cosa provoca l’assottigliamento dello smalto?
Esistono diverse condizioni che possono influire sulla condizione dello smalto dentale. L’assottigliamento è provocato principalmente da:
- elevata acidità del cavo orale, quindi da un pH molto basso come può essere presente nei pazienti con un reflusso gastroesofageo,
- bruxismo o serramento notturno portano a deteriorare lo smalto nel tempo,
- tecnica di spazzolamento molto energica e dall’utilizzo di setole eccessivamente dure che vanno a deteriorare lo smalto,
- uso di dentifrici con un’alta componente abrasiva, come nei dentifrici sbiancanti. Bisogna sempre controllare l’indice di abrasività di un dentifricio, che non deve essere mai superiore al numero 50.
Come ridurre la sensibilità dentale?
Per intervenire sulla ipersensibilità dentale si possono avere alcune accortezze durante la pratica di igiene orale domiciliare a casa.
Per prima cosa si deve evitare l’utilizzo di uno spazzolino eccessivamente duro, quindi andare a prediligere una struttura più morbida in modo da non essere troppo aggressivi durante lo spazolamento.
Anche l’uso di uno spazzolino elettrico dotato di sensori di pressione può essere molto utile, poiché ci avvisa quando stiamo applicando una pressione eccessiva.
Un altro metodo può essere l’applicazione, presso il proprio studio dentistico, di vernice al fluoro o di mousse al fluoro.
Il fluoro, infatti, è un elemento chimico, che va a irrobustire lo smalto e lo protegge dalla sensibilità con effetti quasi immediati.
Si tratta di una componente che viene spesso utilizzata anche nei dentifrici. Andare a utilizzare quotidianamente un dentifricio con almeno 1.450 parti per mole di fluoro può essere utile nella prevenzione quotidiana della sensibilità dentale.
Infine, nel caso in cui il paziente soffre di reflusso gastroesofageo, quando avverte la sensazione di acido in bocca, è utile fare uno sciacquo con acqua in cui è stato diluito un mezzo cucchiaino di bicarbonato in polvere, così da alzare il pH del cavo orale.