Parodontite: domande frequenti

Gengive sanguinanti e alitosi sono campanelli d’allarme che, se trascurati, possono portare a mobilità e perdita del dente: tutto dipende dalla parodontite.

Una patologia legata all’infiammazione batterica della gengiva, sulla quale i dubbi e le preoccupazioni possono essere molti.

Rispondiamo insieme alle principali domande sull’argomento.

Qual è la filosofia dello studio dentistico Vignoletti sul trattamento della malattia parodontale? 

Fondamentale è la diagnosi precoce. Questa filosofia di trattamento dello studio Vignoletti è iniziata negli anni 70, dall’idea del dottor Gianfranco Vignoletti, che da sempre sostiene: “I problemi nascono piccoli e, se vengono trattati quando sono piccoli, sono facili da curare e il risultato è garantito”.

La tempestività è essenziale per la malattia parodontale, per cui lavoriamo per realizzare sondaggi su tutti i nostri pazienti adulti. Questo ci permette di fare una diagnosi precoce della malattia ed intercettare, anche in giovane età, i primi segnali, ovvero la perdita ossea, la formazione di una prima tasca e di trattare subito il problema.

La diagnosi precoce è la miglior terapia e permette di risolvere il tutto con una pulizia approfondita

Un altro fattore importante usato all’interno dello studio Vignoletti è l’aspetto educazionale rispetto all’igiene orale domiciliare.

Il paziente è messo nella condizione ideale per poter ottenere il miglior risultato. Se questa collaborazione manca, la terapia viene fermata per un po’, finché non è raggiunta un’igiene orale ideale.

È dimostrato in diversi studi che la guarigione, sia del trattamento non chirurgico che di quello chirurgico, in condizioni non ideali di igiene non porta al risultato. 

Avere, ad esempio, solo la metà delle superfici dentali pulite durante lo spazzolamento a casa non è sufficiente, quindi si procede con delle sedute di igiene e motivazionali più ravvicinate finché il livello di placca diventa ottimale per proseguire con il trattamento.

Durante la sedute di igiene orale insegniamo ai nostri pazienti l’utilizzo di strumenti come gli scovolini o gli spazzolini interprossimali che ci permettono di andare a migliorare il controllo della placca. 

È possibile curare la parodontite in modo naturale? 

Ebbene, no. Non esiste alcuna possibilità di risolvere questa infezione batterica in modo naturale né, tantomeno, con un colluttorio. 

Va specificato che un collutorio può ridurre un po’ la carica batterica, agendo appunto come antibatterico, ma non rimuove completamente i batteri dalle tasche parodontali. 

Pertanto è necessario un percorso all’interno di uno studio odontoiatrico e, nel caso di grande avanzamento della malattia, l’intervento di uno specialista in parodontologia.

Quali sono i tempi di cura della parodontite?

Va subito detto che non si può guarire da una malattia cronica come lo è questa, ciononostante è possibile stabilizzarla.

I tempi vengono dettati, in realtà, dal paziente. Infatti per ottenere un controllo ottimale della placca, che permetta di proseguire il trattamento (fase due), è necessario un certo periodo di  tempo.

Questo tempo è molto variabile da paziente a paziente, dipendendo principalmente dalla volontà di collaborare e dall’impegno nell’applicare le tecniche e i suggerimenti dati per la cura della propria bocca.

Una volta ottenuto un controllo della placca ottimale si può iniziare realmente con la terapia, può essere eseguita anche in un paio di settimane o un mese al massimo

Una volta pulite le tasche, la malattia si è già stabilizzata. La cosa fondamentale è capire se possiamo mantenere questa stabilità nel tempo evitando la ricolonizzazione batterica delle tasche stesse. 

Per cui, possiamo dire che la guarigione è una guarigione immediata che va monitorata e controllata  nel tempo. Passati due mesi dalla terapia, sicuramente si ottengono già i primi risultati. 

Se la parodontite è più avanzata, bisogna attendere fino a un anno dall’inizio della terapia. Quindi, a seconda della gravità di questa malattia, dipenderà il tempo di trattamento necessario.

Come rinforzare le gengive che si ritirano? 

Le gengive si retraggono per due tipi di trauma:

  • parodontite, un trauma batterico, ovvero quando ci sono dei batteri sul dente che infiammano la gengiva. Se la malattia parodontale non viene trattata, porta al riassorbimento osseo e di conseguenza la gengiva si ritira, ma se la malattia viene trattata, la gengiva si stabilizza.
  • spazzolamento, un trauma meccanico, ovvero quando un paziente sano che non soffre di malattia parodontale, adopera uno spazzolino non adeguato o in modo non adeguato. Ad esempio, con setole molto dure o con una tecnica di spazzolamento sbagliata. Spazzolare i denti orizzontalmente e con molta pressione porta alla recessione gengivale. 

Pertanto, come possiamo rinforzare le gengive? In realtà non dobbiamo rinforzarle, ma prevenire i traumi, come la malattia parodontale, ed evitare manovre non appropriate di igiene orale

Lo strumento ideale è sicuramente uno spazzolino elettrico con un sensore di pressione che permette o evita di adoperare pressioni troppo forti sulle gengive.

Che differenza c’è tra gengivite e parodontite? 

Sono due malattie che hanno una eziologia simile, nel senso che una delle cause principali in entrambe le malattie sono i batteri

Tuttavia, la gengivite è completamente reversibile. Si tratta di un’infezione gengivale superficiale.

Ad esempio, se un paziente non si lava bene i denti, i batteri si depositano sui denti e le gengive conseguentemente si infiammano e iniziano a sanguinare, soprattutto durante lo spazzolamento. L’infezione batterica è molto superficiale. Eseguendo una igiene dentale professionale in studio, i denti vengono puliti, la carica batterica si abbassa e di conseguenza, infiammazione e sanguinamento scompaiono.

Un paziente con malattia parodontale, invece, presenta un’infezione batterica più profonda. I batteri aumentano in quantità e si annidano più in profondità  sulle radici dei denti all’interno delle “tasche” parodontali, minando la salute dei tessuti di sostegno dei denti, ovvero gengiva e osso. 

La gran differenza tra le due situazioni, quindi, è che una è reversibile mentre l’altra è, quasi sempre, irreversibile.

Quanto costa un trattamento parodontale? 

Anche in questo caso, gioca molto la diagnosi precoce. Ad esempio, il trattamento di una tasca può essere incluso all’interno di una seduta d’igiene orale in studio. Pertanto, una buona igiene orale con un’attenzione particolare alle tasche può risolvere un problema localizzato di malattia parodontale. 

Più è avanzata la malattia, maggiore è il costo che deve essere sostenuto dal paziente.

Nelle fasi iniziali, dove si può risolvere solo con la terapia non chirurgica, ci sono costi associati alle radiografie e ai sondaggi e a questa pulizia profonda eseguita sotto anestesia, ma sono costi estremamente accessibili.

Più si entra negli aspetti chirurgici, più i costi crescono. Inoltre, nel caso di chirurgia parodontale rigenerativa è necessario aggiungere biomateriali e tecnologie specifiche per migliorare la guarigione dei tessuti.