Sbiancamento dentale: come funziona e quali cibi evitare

Dal trattamento professionale a quello domiciliare con l’ausilio di prodotti specifici: i metodi più diffusi di sbiancamento dentale e le precauzioni post intervento.

Sorridere mostrando denti bianchi e luminosi è il sogno di molte persone. Esistono diverse tecniche ed accorgimenti per correggere o risolvere i problemi di discromia dentale, ovvero le alterazioni del colore dello smalto dei denti. Vediamo i principali, insieme a qualche consiglio utile per mantenere i risultati nel tempo.

Come funziona lo sbiancamento dentale

Lo sbiancamento dentale è un trattamento estetico che rientra nella cosmetica dentale; viene definito professionale se svolto da specialisti, all’interno dello studio dentistico. L’obiettivo del trattamento è ridurre le imperfezioni superficiali rendendo i denti più bianchi, e di conseguenza migliorare la qualità della vita del paziente.

L’intervento correttivo delle discromie dentali inizia dopo che l’odontoiatra ha sottoposto il paziente ad un’accurata pulizia dentale. I difetti dello smalto dentale, più o meno profondi a seconda dei casi – causati ad esempio dall’assunzione di alcuni cibi o farmaci -, possono essere curati attraverso processi meccanici oppure chimici.

A breve esamineremo nel dettaglio i più diffusi metodi di sbiancamento dentale.

È bene sottolineare che lo sbiancamento dentale professionale consente di ottenere risultati migliori rispetto allo sbiancamento dentale domiciliare (in casa o fai da te): gli effetti del trattamento sono immediati e chiaramente evidenti nel confronto prima-dopo.

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In quali casi lo sbiancamento dentale è sconsigliato?

In presenza di determinate situazioni, il trattamento di sbiancamento dentale è da evitare.

Questi i casi in cui è sconsigliato:

  • denti non in salute (carie, tartaro, placca), danneggiati o ipersensibili
  • gengive irritate, afte o stomatiti
  • allergie o intolleranze alle sostanze smacchianti
  • patologie croniche gravi
  • ragazzi di età inferiore ai 14 anni
  • donne in gravidanza o in periodo di allattamento

Per prevenire disagi e situazioni spiacevoli, prima di prendere qualsiasi decisione, suggeriamo di chiedere un parere al proprio dentista.

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Sbiancamento dentale: a led o con laser?

Lo sbiancamento dentale professionale corrisponde al “bleaching”, termine utilizzato per definire l’insieme di operazioni che prevedono l’impiego, nello studio dentistico, di agenti chimici sbiancanti. La seduta di trattamento con queste caratteristiche ha una durata media di un’ora.

Il bleaching con agenti chimici può essere supportato da sorgenti luminose, che attivano le sostanze responsabili dell’effetto di sbiancamento. I trattamenti sono due, in base alla tipologia di sorgente luminosa scelta:

  • sbiancamento dentale a led, che sfrutta una luce fredda per avviare il processo; gli effetti dell’intervento possono durare fino ai 12 mesi;
  • sbiancamento dentale a laser, che irradia perossido d’idrogeno ad alte concentrazioni sulla superficie dentale per neutralizzare macchie e inestetismi.

In entrambi i casi i risultati sono visibili fin dalla prima sessione. Quali sono i vantaggi dello sbiancamento dentale professionale per il paziente? Oltre a constatare il miglioramento istantaneo dell’estetica del sorriso, chi si sottopone a questi interventi è sicuro di non danneggiare né lo smalto dentale né la gengiva, infine è libero di ripetere il trattamento anche in futuro.

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Sbiancamento dentale in casa

In alternativa chi desidera rendere più bianchi i propri denti può ricorrere ad una serie di prodotti in vendita in farmacia, previa approvazione medica.

Lo sbiancamento dentale in casa, o fai da te, comporta l’utilizzo periodico di dentifrici abrasivi – che agiscono solo in superficie e sono potenzialmente rischiosi se impiegati in modo eccessivo -, ma anche di striscette adesive da applicare alle arcate dentali più volte al giorno e penne sbiancanti.

Fanno parte di questa sezione anche i rimedi naturali, come ad esempio lo sfregamento sulla superficie dentale di foglie di salvia, polpa di fragole o bucce di limone. Al contrario di quello che pensano molte persone, sono procedure tutt’altro che innocue perché rilasciano sostanze acide piuttosto aggressive e dunque dannose per lo smalto dentale.

Sbiancamento dentale: effetti collaterali

L’odontoiatra responsabile del trattamento di sbiancamento dentale ha il compito di prendere tutte le precauzioni necessarie per contrastare la sensibilità termica dentale e l’irritazione gengivale che il paziente potrebbe riscontrare dopo l’intervento.

Lo specialista, se lo ritiene opportuno, può servirsi di prodotti con nitrato di potassio e fluoro per favorire il benessere della persona durante e dopo la seduta. Tuttavia non può escludere sistematicamente alcuni effetti collaterali passeggeri, la cui intensità diminuisce fino a scomparire nel giro di qualche giorno.

I disturbi post sbiancamento dentale più comuni sono:

  • sensibilità dei denti al freddo o al caldo
  • problemi alle gengive come ipersensibilità e macchie bianche
  • mal di gola

Se i sintomi persistono e non accennano a diminuire, consigliamo di consultare il proprio dentista.

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Che cosa mangiare e quali alimenti evitare dopo il trattamento

La durata degli effetti positivi dello sbiancamento dentale è influenzata dallo stile di vita della persona, soprattutto dopo la seduta. Se è vero che spesso gli inestetismi del sorriso dipendono da fattori di ereditarietà genetica, è comunque possibile adottare comportamenti e seguire consigli per prolungare nel tempo i benefici del trattamento.

Smettere di fumare o limitare il numero di sigarette, così come ridurre il caffè e il tè, sono espedienti che possono aiutare a preservare il biancore dei denti. È risaputo, inoltre, che la liquirizia, il cioccolato, le bevande zuccherate, le sostanze acide e i coloranti artificiali contribuiscono ad alterare il colore originale dei denti.

Altri cibi ed erbe, invece, favoriscono e proteggono la salute dei denti. Quelli approvati dal dentista sono le mele, le carote, il sedano, le mandorle, le noci – importanti per la loro consistenza croccante -, le fragole, i kiwi, i semi di sesamo, il prezzemolo, i broccoli, le cipolle, il tè verde, la salvia e la menta.

Nella terapia del sorriso l’igiene orale gioca infine un ruolo fondamentale. Lavarsi i denti dopo i pasti, dedicando alla pulizia della bocca più di qualche minuto, riduce la formazione di placca e il rischio della sedimentazione di tartaro, prima fonte di macchie.

Qual è il costo dello sbiancamento dentale?

I trattamenti di sbiancamento dentale variano di persona in persona. Per questo suggeriamo sempre di fissare un appuntamento in studio per consentire al dentista di valutare obiettivamente lo stato di salute dentale del paziente.

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